L’ultima challenge sui social è una sfida folle: la sex roulette. Moda ed emulazione che potrebbe nuocere alla salute. Il paragone ricorda il fenomeno della roulette russa, gioco d’azzardo le cui origini sono incerte, sebbene c’è chi faccia risalire tale usanza al periodo zarista.
Sex roulette: sesso senza protezione
Da qualche settimana siamo di fronte l’ennesima sfida tra giovanissimi. L’ultima follia consiste nell’avere rapporti non protetti con partner sempre diversi e sconosciuti. Perde chi resta incinta. Per rendere ancora più alta l’adrenalina, si fa a turno con il volto coperto. Per quanto pericoloso e assurdo, sembra essere già di moda una variante ancora più pericolosa, che prevede rapporti non protetti con sieropositivi.
Un piacere estremo e sempre più atipico messo in campo dai ragazzi non curanti delle conseguenze, senza pensare al fatto che questa tipologia di sfida può portare sia al grooming, ovvero adescamento online che alla sextortion, estorsione sessuale a scopo di pagamento.
Un altro fattore da non sottovalutare riguarda i traumi che le ragazze possono trovarsi a vivere e che subentrano dopo una gravidanza o peggio, un aborto. Perché l’obiettivo di questo gioco è, qualora la ragazza dovesse rimanere incinta, abortire. Per non parlare delle malattie sessualmente trasmissibili come candidosi, HPV, Aids, sifilide e gonorrea. Giovani che purtroppo si divertono in modo errato e senza pensare alle conseguenze.
Prima di arrivare in Italia però, questa folle e pericolosa tendenza è nata tra i ricchi uomini di Belgrado e in poco tempo si è diffusa a macchia d’olio raggiungendo la Spagna e gli altri paesi europei.
Per quanto riguarda il nostro paese, su questi inquietanti e ultimi episodi, sta indagando la procura di Brescia, dopo aver acquisito materiale utile alle indagini. L’allarme è soprattutto per le patologie che riguardano la salute dei ragazzi e le implicazioni future.
I precedenti e le challenge tra danno e fake news
Viene il dubbio che sia una fake news, purtroppo non è così. L’allarme di questa moda è stato lanciato dalla Fondazione Artemisia di Roma che, grazie alle iniziative di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole, è venuta a conoscenza di questa campagna social.
Che cosa è una challenge? Nello specifico parliamo di una sfida tra persone diverse, di solito il pubblico è quello adolescenziale, attraverso una piattaforma social. Se alcune challenge possono essere anche interessanti e divertenti – pensiamo alle gare di cucina e tutorial di bellezza- altre sono potenzialmente dannose e deleterie.
Chiunque può creare una challenge, chi ha molti followers però ha più possibilità di raggiungere un buon seguito, con hastag dedicato. Più la sfida diventa virale, più si è invogliati a partecipare, un vero e proprio meccanismo di rinforzo. Tra le ultime e pericolose tendenze possiamo ricordare il fire challenge, una sfida di coraggio che prevede ustioni in varie parti del corpo riprese anche in live streaming. Un’altra spaventosa challenge è il train surfing challenge, che vede il ragazzo/a sul tetto di un treno, autobus o auto in corsa, con la sfida di mantenere l’equilibrio e non cadere, sfidando la morte. Ma nei mesi scorsi, al fianco della sex roulette, abbiamo scoperto anche la cicatrice francese, in questo gioco il ragazzo si stringe con forza la cute del volto tra le dita, fino a lasciare uno o più ematomi, fingendo di aver avuto una colluttazione e di esserne uscito vincente.
Anche questa un’altra terribile moda che nasconde una vera e propria tipologia di autolesionismo.
Potremmo andare avanti all’infinito e qui si pone un problema importante che riguarda l’uso smodato dei social. Quanto sono sicuri i nostri ragazzi? Parlare, interessarsi ai temi e prevenire al fine di mettere al corrente di ciò che si vive. I social sono una trappola e il web non è mai un posto sicuro. Rendere gli adolescenti consapevoli e supportarli nel riconoscere i propri limiti, la propria emotività. Uscire dalla trappola del telefono per una vita “in piazza”.
Dopo il covid-19 sicuramente la situazione è peggiorata ecco perché, oggi, è molto più importante controllare i ragazzi anche per tutelare la loro privacy ed evitare che gli stessi possano essere intrappolati dalla rete.