Secondo il Rapporto Clusit, nel primo semestre del 2018 il cyber crime in Italia è aumentato, in particolare i casi di sabotaggio e spionaggio informatico
Il Rapporto Clusit 2018, valido per il primo semestre dell’anno in corso, rivela un quadro piuttosto allarmante per il comparto della sicurezza informatica in Italia. Secondo lo studio dell’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, nel primo semestre del 2018 sono stati rilevati 730 “attacchi gravi”, contro i 1.127 di tutto il 2017 e i 1.050 del 2016, per una media di 122 cyber attacchi al mese, con un picco di 139 solamente a febbraio. Del totale, gli analisti del Clusit hanno rilevato che 587 casi provengono dal cyber crime (contro gli 857 del 2017), 29 sono collegabili all’hacktivism e ben 93 casi riguardano invece il cyber spionaggio. Proprio quest’ultimo dato spaventa il mondo della cyber security: i casi di sabotaggio e spionaggio infatti sono aumentati del 69% rispetto agli ultimi sei mesi del 2017 (all’epoca furono registrati 55 casi), rivelandosi dato negativo più preoccupante del Rapporto Clusit 2018. In particolare quello che spaventa di più è che, oltre alla costante crescita, le conseguenze del cyber spionaggio sono molto più gravi ed impattanti rispetto a quelle causate dal più comune cyber crime.
Per quanto riguarda invece i mercati colpiti dai cyber attacchi nel primo semestre del 2018, al primo posto figura il settore dell’ “Automotive” con una crescita del 200%, seguito dal comparto “Research/Educazione” (+128%). A seguire il comparto dell’ “Hospitality”, con un aumento del 69% di attacchi da gennaio a giugno 2018; +62% per il settore della Sanità, +52% per l’Istruzione e per i servizi Cloud, +50% per il settore della consulenza. La categoria più colpita in senso assoluto nel primo semestre dell’anno in corso è tuttavia il comparto “Multiple Targets”, in aumento del 15% rispetto ai sei mesi precedenti e con il 18% del totale degli attacchi a livello globale.
Per quanto concerne le modalità di attacco invece, il malware semplice si afferma come il più utilizzato con il 40% degli attacchi totali (+22% rispetto al 2018). Tra il malware semplice, nello specifico rivestono un ruolo predominante gli attacchi compiuti con ransomware e cryptominers (43% del totale). Secondo il report del Clusit restano anche molto utilizzati gli attacchi informatici legati alle tecniche di phishing e social engeenering, con un aumento del 22% rispetto all’anno precedente.