Gli episodi di violenza verbale e fisica negli ospedali hanno subito un forte incremento nell’ultimo anno: un’escalation dettata dall’esasperazione dovuta ad attese snervanti e carenza di risorse umane che va moltiplicandosi nei presidi ospedalieri di tutta Italia e sfocia spesso in attacchi verbali, minacce e vere e proprie aggressioni a danno del personale. Anche nel primo mese del 2018 si sono verificati in diverse aree della Penisola aggressioni ai danni del personale ospedaliero nonché degli addetti sottoposti alla security (vedi il caso dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce) che solo grazie all’esperienza e alle proprie competenze hanno fatto sì che la situazione non degenerasse in modo più grave.
Infatti, con l’aumento dei casi di violenza e la crescente domanda di sicurezza da parte del personale e dei pazienti, negli ospedali sono stati attivati da un po’ di tempo servizi di vigilanza privata armata che fungano sia da deterrente quanto da ammortizzatore delle situazioni a rischio. La legge in questo senso si esprime chiaramente riguardo l’impiego delle guardie giurate nelle strutture ospedaliere. Secondo quanto precisato nell’allegato D, punto 3.b.1, del Dm 269/2010 i posti in cui operano “persone che svolgono compiti di particolare delicatezza per il pubblico interesse e per i quali va garantita l’incolumità e l’operatività”, tra questi appunto gli ospedali, “devono intendersi come siti con speciali esigenze di sicurezza e, come tali, affidati alla vigilanza delle guardie giurate”.
A fronte della decisione presa a Torino, risulta evidente come non solo la sicurezza pubblica sia alla mercé di chi non la considera come un bisogno imprescindibile (un portiere non ha le stesse competenze e la stessa preparazione di un vigilantes), ma soprattutto quanto le committenze agiscano in spregio alla normativa vigente, nonostante la continua richiesta di professionalizzazione nel settore. Già nel 2015 l’Anac aveva richiamato i committenti pubblici ad un’attenta e scrupolosa applicazione del Dm 269/2010, escludendo espressamente la possibilità di affidare i servizi di cui all’allegato D, punto 3.b.1, alle società di portierato, trattandosi di servizi assolutamente non sostituibili con il ruolo svolto dalle guardie giurate. Quello stesso anno si verificarono i drammatici eventi del Tribunale di Milano, che portarono alla gogna mediatica la società incaricata del controllo agli accessi dello stesso tribunale. È auspicabile che la cosa non si ripeta con gli ospedali.