Il crime mapping permette di conoscere a livello probabilistico, l’andamento di determinati reati, relativi alla criminalità urbana secondo principi spazio temporali.
L’ecologia sociale disegna lo studio dei fenomeni collettivi adoperando aggregati di popolazione spazialmente definiti come unità di analisi. Chi analizza la dimensione del reato può studiarlo anche dal punto di vista sociale. Lo studio sulla mappatura dei reati è datata 1883 e ha visto luce grazie ai sociologi A.M.Guerry e L.A.J.Quetelet, che hanno guidato in Francia ampie ricerche statistiche sulla distribuzione del crimine e sul rapporto tra il delitto e condizioni ambientali e sociali. Gli autori proposero una vera e propria categorizzazione sociale della criminalità, unendo ai dati sociologici quelli relativi alle statistiche sulla criminalità nei vari dipartimenti francesi.
Il crime mapping è una moderna tecnica che oggi si sta diffondendo tra le forze dell’ordine la cui applicazione principale è la predisposizione di una cartografia, che graficamente evidenzia le zone cittadine in cui si verificano maggiori concentrazioni di un determinato reato. Tali mappe vengono anche utilizzate dalle autorità preposte per la prevenzione e la repressione dei crimini urbani.
Ecologia sociale, cartografia e Scuola di Chicago sono i principali precursori dell’analisi spaziale del reato. Secondo questi tre filoni per comprendere lo studio a livello spaziale della criminalità, occorre tener presente tre livelli del reato: macroanalitico, mesoanalitico e microanalitico.
Livello Macroanalitico: considera spazi grandi generalmente definiti da confini politici o amministrativi. Nel caso dell’Italia le macro-aree sono il Nord, il Centro e il Sud.
Livello Mesoanalitico: riguarda un livello di aggregazione inferiore: sub-aree urbane con differenze nei livelli di urbanizzazione del territorio, come città e campagne.
Livello Microanalitico: considera aggregazioni spaziali a livello infra-urbano come quartieri, zone residenziali, palazzi e piazze.
Le intuizioni di Guerry e Quetelet indirizzarono la ricerca scientifica verso nuovi orizzonti, che trovarono fondamento con le ricerche del filone sociologico della “Scuola Ecologica di Chicago“, che per la prima volta cercò di correlare il legame tra spazio e criminalità.