IL MAGAZINE DEDICATO ALLE
INVESTIGAZIONI & SCIENZE FORENSI

di:  

Stub

Test dello stub: come funziona il sistema che rileva le tracce di polvere da sparo?

Il test dello stub è uno dei procedimenti scientifici più utilizzati al giorno d’oggi per rilevare tracce di polvere da sparo su mani e vestiti di un sospettato. Sfrutta la tecnica SEM-EDX, suddivisa in due distinte fasi.

Quando un’arma da fuoco viene utilizzata, alcune particelle si depositano sulle mani e sui vestiti delle persone coinvolte nello scontro a fuoco. Per rilevare le tracce di polvere da sparo di un possibile sospettato si fa spesso affidamento al test dello stub, che deve il suo nome al tampone utilizzato per effettuare la prova.

Rimuovere questo tipo di residui, tuttavia, non è difficile. Con un semplice lavaggio il piombo, l’antimonio e il bario possono essere fatti sparire, ed è anche per questo che il test deve essere eseguito nelle ore immediatamente successive allo sparo.

In cosa consiste il test dello stub

L’esame viene effettuato mediante un cilindro di metallo con due estremità in gomma su cui vengono raccolti i residui di polvere presenti sulle mani o sui vestiti. I due tappi, uno per la mano destra e uno per la sinistra, possiedono uno speciale adesivo che viene passato sulle mani e sui vestiti di chi si sottopone a questo tipo di test.

In modo non dissimile dallo sparo, i residui contengono principalmente piombo, antimonio e bario, una composizione chimica la cui esplosione viene innescata all’interno della canna della pistola.

Le sostanze fuoriescono principalmente dalla parte anteriore dell’arma, da dove esce anche il proiettile e si depositano sulle mani di chi spara, vicino all’impugnatura. E infatti le parti riguardano normalmente la zona tra pollice e indice, la più vicina all’arma.

La seconda fase consiste in un esame al microscopio elettronico a scansione (SEM) e in un’analisi tramite microsonda a raggi X (EDX).

L’evoluzione del test

Secondo alcuni studi questo metodo sarebbe un’evoluzione del vecchio test del guanto di paraffina, inventato nel 1914 e usato per capire se una persona avesse sparato o meno. La rilevazione di solfuro di antimonio, nitrato di bario, stifnato di piombo e nitrocellulosa portava a una conferma dell’utilizzo di polveri di lancio dei proiettili.

Particelle microscopiche, ma che possono essere di grande aiuto nelle indagini per scoprire il colpevole di un crimine.

CONDIVI QUESTO ARTICOLO!

Iscriviti alla newsletter

    La tua email *

    Numero di cellulare

    Nome *

    Cognome *

    *

    *

    Inserisci sotto il seguente codice: captcha