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Torture: qual è la peggiore mai vista nella storia dell’umanità?

Nel corso dei secoli molti governi e paesi hanno applicato brutali e terribili torture nei confronti di prigionieri e pregiudicati. Una pratica che purtroppo si applica ancora in alcuni paesi del mondo, nonostante la Convenzione delle Nazioni Unite del 1997.

La Convenzione delle Nazione Unite e il reato di tortura

Il 26 giugno scorso si è celebrata la “Giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura”. Una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 12 dicembre 1997, data in cui è entrata in vigore la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura.

I paesi che hanno firmato la Convenzione sono 173 (Italia compresa) e secondo l’ultimo rapporto Onu sulla tortura sono 108 le nazioni nel mondo che hanno una legge per punire questo specifico reato.

Nel nostro Paese, il reato di tortura è stato introdotto nel 2017, con la legge 110, ed è contenuto nell’articolo 613 bis (tortura) e 613 ter (istigazione alla tortura) del Codice Penale. L’introduzione del reato di tortura è avvenuta dopo i fatti del G8 di Genova del 2001, che hanno portato alla luce gli orrori praticati dalle forze dell’ordine sui manifestanti nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto.

Le pene previste dalla legge includono la detenzione da 4 a 10 anni, che arrivano fino a 12 se a commettere il reato è un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio. Le pene aumentano di un terzo se la vittima riporta una lesione personale, lieve o grave. Aumentano della metà se la lesione è gravissima. Infine, è prevista la reclusione di 30 anni o l’ergastolo se la vittima muore.

Per quanto riguarda l’istigazione alla tortura da parte di un pubblico ufficiale o di un incaricato di pubblico servizio è prevista la reclusione da sei mesi a tre anni.

Le peggiori torture della storia dell’umanità

Nel mondo, però, la tortura è ancora in essere in tanti paesi (oltre un centinaio) come Egitto, Turchia, Palestina e Israele, Russia, Messico, Uzbekistan, Somalia e Afghanistan.

Pestaggi, fustigazioni, linciaggi, umiliazioni pubbliche, lesioni fisiche e piscologiche. Sono diverse le modalità di tortura e persecuzione che si sono avvicendante nel corso della storia. L’uomo ha realizzato congegni e utilizzato strumenti sempre nuovi per torturare e violentare le proprie vittime. Molte di queste pratiche, che risalgono per lo più alle epoche passate, sono ricordate ancora oggi per la loro efferratezza e brutalità. Si pensi ad esempio alla gogna o alla gabbia sospesa, alla tortura del topo o della goccia cinese.

Tuttavia, quella che per molti è la tortura più spaventosa di tutti i tempi è il “Toro di Falaride”. Si tratta di un toro di bronzo, realizzato con la pancia cava, in cui veniva introdotto il malcapitato. Al di sotto del toro, si accendeva un fuoco, che rendeva incandescente l’intera struttura, fino a causare la morte lenta e atroce del prigioniero. Come se non bastasse, il toro aveva dei tubi all’interno della fronte che servivano per diffondere all’esterno le grida di agonia del detenuto.

La leggenda vuole che il toro fu progettato e costruito da un fabbro ateniese di nome Perillo. Per farsi bello agli occhi del suo re, lo offrì in dono al tiranno di Agrigento, Falaride, noto per la sua crudeltà. Il tiranno rimase così colpito da quel regalo che volle provarlo subitastante. E la sua prima vittima fu lo stesso Perillo, che morì “cotto vivo” all’interno della pancia del toro che aveva costruito.

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