Ha 21 anni, si chiama Julia Wandelt, dice di essere Maddie McCann, la bambina inglese rapita a Praia da Luz, Portogallo, nel maggio 2007. Lo ha scritto su Instagram. Sarà vero? Vediamo.
Julia Wandelt
Julia Wandelt ha pubblicato sui profili Instagram @iammadeleinemccan e @iammadeleinemccannofficial delle foto che sarebbero la prova della sua identità. Si vedono una macchia nell’occhio simile a quella di Maddie, la forma del mento, il colore dei capelli. “Penso di poter essere Maddie. Devo fare un test del Dna. Gli investigatori britannici e polacchi mi ignorano. Racconterò la mia storia nei post. Aiutatemi“. Al momento in cui scrivo i suoi account hanno oltre 2 milioni di follower in pochi giorni. L’attenzione è enorme.
Julia vive attualmente in Germania ed è chiaramente una ragazza in cerca della sua identità: ha dubbi che la sua famiglia sia quella biologica. Crede di essere stata adottata. Vorrebbe fare la modella o la musicista, ma intanto alcune allusioni di sua nonna le avrebbero fatto nascere sospetti. Vorrebbe che i suoi genitori facessero un esame del dna, ma si sono rifiutati per ora di farlo, dicendo che sanno benissimo che è figlia loro, hanno il certificato di nascita. Dubbiosa sulle sue origini biologiche, Julia ha visto le foto di Maddie, scoperto la sua storia e pensato che forse lei è la bambina scomparsa, per via della macchia nell’occhio e di varie rassomiglianze con i McCann. Dice di aver contattato anche la polizia inglese.
Al momento né la Metropolitan Police inglese né la famiglia McCann hanno preso posizione su questo esame del dna, che ovviamente risolverebbe tutto. Ma in attesa che avvenga, per gli elementi che abbiamo, cosa possiamo dire?
Quello che non torna
Le indagini, attualmente, puntano sul predatore sessuale tedesco Christian Brueckner, attualmente in carcere per droga. Non ci sono prove certe che abbia rapito e ucciso Maddie, ma molti indizi. Lui nega. Le autorità tedesche, in collaborazione con quelle portoghesi, credono sia lui il responsabile e che la bambina sia morta poco dopo il sequestro, per cui l’idea che Julia possa essere Maddie è fuori dall’indagine.
La prima cosa che non torna nel racconto di Julia è l’età. Lei ne ha 21, Maddie ne avrebbe 19. Julia dice che l’età sulla sua carta d’identità può essere falsa. Tutto è possibile, ma è da dimostrare. Ancora: nessun sequestro di minore a scopo sessuale si conclude con la vittima viva. Ancora: nei paesi dell’Est i bambini non li comprano, semmai storicamente li hanno venduti per povertà. Tutte cose che spiego bene nel mio libro “Bambini che scompaiono”, uscito a dicembre, dove la vicenda di Maddie l’ho investigata lungamente, anche in Portogallo.
Ancora: Julia non è la prima ragazza che crede di essere Maddie per una qualche rassomiglianza, e nessuna si è dimostrata quella giusta: al 2016 c’erano stati 9.000 avvistamenti in 101 paesi. Ancora: la macchia nell’iride non è una prova certa, non ce l’aveva ovviamente solo Maddie. Ancora: i racconti sul passato di Julia sono assai vaghi. Dice di essere stata abusata da un pedofilo, Peter Ney, che fa parte della sua famiglia (vive con sua nonna) e di avere per questo un’amnesia post trauma, depressione e un Disturbo Post Traumatico da Stress. “Il mio primo ricordo è molto forte e parla di vacanze in un posto caldo dove c’erano spiaggia e bianchi palazzi con appartamenti. Ricordo che ho visto le tartarughe sulla spiaggia. Non vedo la mia famiglia in questo ricordo”. Un luogo di vacanze che può essere Praia da Luz, ma è difficile trarne qualcosa, visto che tutti i luoghi di vacanze si assomigliano un po’. E poi siamo tutti bravissimi a crearci ricordi di fatti mai esistiti. Da un documento risulta realmente che Ney è stato condannato nel 2012 per abusi su di lei, commessi tra settembre e dicembre 2010 in un appartamento di Breslavia, quando Julia aveva 8 anni.
I genitori, Dorota e Piotr, affermano di essere sconvolti da quanto Julia sta dicendo ora e che non prende regolarmente i farmaci che dovrebbe, per cui ha perso il contatto con la realtà; inoltre, che ha sempre desiderato essere famosa, rifiutando di farsi curare stabilmente. Lei ha confermato di essere stata da psicologi e poi ricoverata in una clinica psichiatrica a fine 2018. Dice che i farmaci glieli ha tagliati la madre nel 2021 e che non ha soldi per comprarseli.
In attesa del dna
Un passato probabilmente problematico vissuto a Breslavia, un presente sofferente. In uno degli 8 identikit di persone ignote, ma ricercate per possibili collegamenti con la vicenda di Maddie (il 4B, potete vederlo qui), Julia ha riconosciuto il suo abusatore, Peter Ney. Effettivamente le due facce si somigliano. Tra l’altro, esiste un Martin Ney che è stato tra i sospettati del rapimento di Maddie (si ignora se abbia un nesso con l’altro oppure no). Martin è un serial killer tedesco, all’ergastolo dal 2012 per aver ucciso 3 bambini e per decine e decine di aggressioni ad altri piccoli.
Non è mai emerso alcun collegamento tra lui e il caso McCann. Julia ripete che il suo abusatore ha un figlio e che potrebbe essere Martin. Capite da soli che tutto questo può anche essere una suggestione basata su coincidenze (solo in Italia ci sono 4.000 persone con il cognome Ney, in Puglia).
Circolano, invece, notizie inesatte. Che Julia non coincida con l’ “age progression” di Madeleine (come potrebbe? L’ultimo è di quando avrebbe avuto 16 anni), che Scotland Yard ha negato possa essere lei (a parte che indaga la Metropolitan Police, non hanno rilasciato dichiarazioni). Il caso “Julia” è aperto.