Il nuovo accordo sulla sicurezza nei locali detta regole più stringenti per i gestori, ma al tempo stesso coinvolge anche gli addetti alla vigilanza privata nella lotta al fenomeno dell’abusivismo
Più sicurezza e prevenzione nell’abuso di alcol nelle discoteche, in particolare per i giovanissimi. Sono i due aspetti su cui si basa il protocollo di indirizzo siglato il 12 luglio scorso tra l’ex Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e i rappresentanti delle associazioni dei locali da ballo e di pubblico intrattenimento. L’accordo impone ai gestori dei locali uno sforzo maggiore per aumentare la sicurezza nelle discoteche e prevenire l’abuso di alcol. In cambio, il ministero garantisce più interventi per prevenire il diffuso fenomeno dell’abusivismo, oltre a minore burocrazia. Il comparto della vigilanza privata, nonostante non sia stato chiamato al tavolo di discussione, è particolarmente coinvolto nelle questioni in atto.
Nello specifico, per quanto riguarda il ruolo della sicurezza nei locali, il problema principale è rappresentato dal dilagante fenomeno dell’abusivismo. In questo senso servirebbero maggiori controlli, oltre ad una normativa chiara e soddisfacente, al fine di evitare che operatori privi di alcun titolo autorizzativo si sostituiscano a professionisti formati ad hoc e in possesso di apposita licenza.
Qualcosa è stato fatto, basti pensare alla circolare dello scorso 24 aprile del Capo della Polizia Gabrielli sull’indebita commistione tra servizi di portierato e vigilanza privata. Tuttavia, non è ancora abbastanza. “Una soluzione potrebbe essere uno sportello per le segnalazioni” ha dichiarato Franco Cecconi, Presidente dell’AISS (Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria) “In questo contesto, voglio sottolineare anche l’uso scriteriato, durante gli eventi, delle associazioni di volontariato, prive dei titoli di polizia necessari e non formate all’uopo”.
Sulla scia del nuovo cambio di Governo, Cecconi rinnova le sue proposte al Ministero dell’Interno, ad oggi guidato da Luciana Lamorgese, che coincidono con “l’installazione obbligatoria di sistemi di telecamere a circuito chiuso, sia fuori che dentro ai locali; la possibilità di effettuare il pat down, anche con l’ausilio di metal detector manuali; un numero congruo di operatori in servizio; una diversa figura giuridica per gli operatori (ovvero, la qualifica di incaricato di pubblico servizio come per gli steward dello stadio); una revisione delle regole di intervento, poiché le modalità previste dal DM 6 ottobre 2009 si sono rivelate inefficaci”.