Secondo Rete L’Abuso, in Italia più di 1.200 preti hanno perpetrato molestie e abusi sessuali a danno di minori. Un dato sicuramente al ribasso, che evidenzia ancora una volta il problema della pedofilia all’interno del clero. Un problema che nel corso degli anni la Chiesa ha sempre cercato di insabbiare.
Abusi sessuali contro minori: ultimo il caso di Genova
Quello degli abusi sessuali commessi da sacerdoti e prelati nei confronti di minori è uno dei temi più controversi che riguarda la Chiesa. Nel corso degli anni, grazie a numerose indagini e inchieste, sono trapelati molti scandali con i preti protagonisti di molestie contro soggetti vulnerabili e atti di pedofilia che hanno scosso l’opinione pubblica e le mura del Vaticano. La Chiesa, come noto, ha sempre cercato di insabbiare questi episodi, nascondendo la verità e omettendo la realtà dei fatti.
Secondo un recente studio di Rete L’Abuso, associazione che si occupa di pedofilia in Italia, dal 2000 ad oggi circa 1.200 preti sarebbero coinvolti in abusi e molestie sessuali su minorenni. Un dato considerato ottimistico, dal momento che difficilmente bambini e adolescenti hanno il coraggio di raccontare quanto accaduto.
Ultimo in ordine di tempo, un prete sessantenne di Genova, che per tre anni ha abusato di tre minorenni, in cambio di ricariche e videogiochi. Tra i “regalini” anche sigarette elettroniche e abiti griffati, reperiti nel suo appartamento dagli investigatori. Il sacerdote si trova ora agli arresti domiciliari, accusato di violenza sessuale su minorenne, prostituzione minorile e tentata violenza aggravata. Il prete, inoltre, risulterebbe positivo all’Hiv, fatto che aumenta la pericolosità delle sue azioni.
18 milioni di minori vittime di abusi in Europa
In Italia, dal 2006 (anche se la legge di riferimento risale al 1998), è stato istituito un Osservatorio dedicato alla lotta contro la pedofilia e la pornografia minorile. Attualmente, l’Osservatorio è sotto la supervisione del Ministero delle Politiche per la Famiglia e viene ricostituito periodicamente nella sua composizione. L’ultimo rinnovo è stato avviato dalla ministra Eugenia Roccella lo scorso giugno. Tuttavia, osservando il suo operato nel corso degli ultimi vent’anni, si ha l’impressione che la sua esistenza si limiti spesso a un ruolo formale.
Tra i suoi principali incarichi, l’Osservatorio ha il compito di redigere un rapporto annuale sul fenomeno della pedofilia e presentarlo al Parlamento. Il rapporto più recente risale al 2021 e si basa soprattutto sulle denunce raccolte dalle forze dell’ordine, che rappresentano solo una minima parte del problema. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in un report di qualche anno fa, ha stimato che circa il 9,6% dei bambini in Europa è vittima di abusi sessuali. Questo dato corrisponde a circa 18 milioni di minori che hanno subito abusi e molestie. Prevalentemente in casa. Ma anche nelle scuole e nelle parrocchie.
Le raccomandazioni dell’ONU e la realtà italiana
Nel 2019, il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti dell’infanzia ha fornito alcune raccomandazioni all’Italia, richiedendo modifiche alla legge che attua la Convenzione di Lanzarote, al fine di includere anche il personale religioso negli strumenti di prevenzione e protezione contro la pedofilia.
Sebbene il nostro Paese avesse recepito la Convenzione nel 2012, una modifica introdotta nel 2014 escludeva volontariato e chiesa dall’obbligo di presentare il certificato antipedofilia per chi lavorava con minori. Il Comitato aveva inoltre raccomandato la creazione di una Commissione d’inchiesta indipendente per indagare sugli abusi sessuali da parte del clero e richiesto che la denuncia di abusi su minori fosse obbligatoria per tutti, non solo per i pubblici ufficiali.
Il Comitato, infatti, rilevava che nonostante i numerosi casi di abusi nel territorio italiano, il numero di indagini e procedimenti penali verso persone appartenenti al clero fosse “particolarmente basso”. A dimostrazione che questo fenomeno non investe soltanto la Chiesa, ma la società italiana in senso più ampio.